Torna in auge l’idea di abolire i ticket sanitari. “Abbiamo una disparità dei ticket tra Nord e Sud spaventosa – ha spiegato in proposito il ministro della Sanità Lorenzin – a cui poi si aggiungono fenomeni come quelli delle liste di attesa e della fuoriuscita dal servizio pubblico”. Nell’ambito di una “sana e intelligente spending review sulla sanità” è quindi possibile che i ticket, che attualmente “valgono 3 miliardi circa su 113 miliardi che è il Fondo complessivo sanitario”, vengano aboliti. Secondo la Lorenzin c’è la possibilità di eliminare i ticket sanitari e di coprire la manovra con misure alternative. Vediamo quali.
RIFORMA DELLE DETRAZIONI FISCALI – Innanzitutto attraverso una riforma delle detrazioni fiscali per farmaci e spese mediche. I ticket valgono tre miliardi sui 113 del Fondo sanitario nazionale, quindi secondo la Lorenzin ci sarebbe il margine per eliminare la tassa sulla salute (introdotta negli anni ’80) con una serie di misure compensative. Tra queste c’è l’ipotesi di annullare le detrazioni del 19% per farmaci e spese mediche oltre una certa soglia di reddito, oppure di individuare una franchigia in base al reddito, superata la quale le prestazioni sarebbero a pagamento.
RIVEDERE LE SOGLIE DI ESENZIONE – Altre ipotesi sul tavolo sono quelle di rivedere le soglie di esenzione (valore 8 miliardi di euro) spostandole verso le fasce più deboli, i poveri e gli anziani. Oggi sono esenti dai ticket su pronto soccorso e prestazioni specialistiche gli anziani con oltre 65 anni e un reddito non superiore a 35 mila euro (che potrebbe essere ridotto), i disoccupati e i loro familiari a carico con un reddito non superiore a 8.500 euro (che potrebbe essere aumentato), i titolari di pensione sociale e i pensionati al minimo oltre i 60 anni.
TAGLI ALLA SPESA – L’ultima ipotesi per trovare le giuste coperture guarda ai tagli della spesa sanitaria, consegnando il compito e la responsabilità alle singole regioni, che già gestiscono in modo autonomo il ticket sulla spesa farmaceutica, sulle prestazioni specialistiche e sugli accessi al pronto soccorso.
Secondo i dati di Eurostat il 6,5% degli non riesce più a soddisfare i bisogni sanitari a causa dei costi troppo elevati: tra i Paesi della zona euro solo in Grecia sono messi peggio.